Il D.M. 7 agosto 2025 che disegna il nuovo Conto Termico riconosce un ruolo centrale alle imprese, che possono beneficiare di contributi diretti a fondo perduto per interventi sugli edifici, sugli impianti termici e, in alcuni casi, sui processi produttivi.

Con una quota riservata nel plafond annuale di 150 milioni e procedure più snelle, il Conto Termico 3.0 si candida a divenire uno dei principali canali di finanziamento per la transizione ecologica del sistema produttivo italiano.

 

 

conto termico 3.0 L’incentivo che riduce i costi energetici delle aziende

Imprese ammesse all’incentivo

Come indicato l’art. 9 del decreto, possono beneficiare del Conto Termico 3.0:

    • imprese di ogni dimensione, comprese le PMI e le imprese agricole, purché in regola con gli obblighi fiscali e contributivi;
    • società di servizi energetici (ESCo) che operano per conto delle imprese tramite contratti di rendimento energetico (EPC);
    • enti e soggetti privati titolari di partita IVA, proprietari o gestori di immobili dove si realizzano gli interventi incentivabili.

NOTA: l’incentivo è concesso solo per edifici esistenti o assimilabili e per impianti di piccola taglia, come definiti dall’art. 2.

Interventi finanziabili

Le imprese possono ottenere il contributo per due categorie principali di intervento:

Efficienza energetica negli edifici e nei processi aziendali

    • Isolamento termico di pareti, coperture e pavimenti;
    • Sostituzione di serramenti e infissi;
    • Installazione di sistemi di building automation per la gestione dei consumi;
    • Riqualificazione dell’impianto di illuminazione con corpi a LED ad alta efficienza;
    • Recupero di calore da processi produttivi e ottimizzazione dei sistemi di climatizzazione.

Produzione di energia termica da fonti rinnovabili

    • Pompe di calore elettriche o a gas (anche geotermiche), per riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria;
    • Caldaie e generatori a biomassa solida (legna, pellet, cippato), nel rispetto dei limiti di emissione previsti;
    • Sistemi ibridi integrati pompa di calore + caldaia a condensazione;
    • Impianti solari termici per la produzione di calore o per processi produttivi (scheda 2.C);
      Sistemi di microcogenerazione (CHP) ad alto rendimento (scheda 2.E).

NOTA: i nuovi impianti devono garantire una riduzione effettiva dei consumi energetici rispetto alla situazione di partenza.

Spese ammissibili e massimali di costo

Le voci di spesa che possono essere incluse nella domanda (purché documentate e riconducibili all’intervento) sono:

    • Fornitura e posa in opera delle apparecchiature principali (pompe di calore, caldaie, collettori solari, ecc.)
    • Opere complementari e accessorie, come canne fumarie, impianti elettrici, collegamenti idraulici o basamenti.
    • Sistemi di regolazione, monitoraggio e contabilizzazione del calore.
    • Spese tecniche: diagnosi energetiche, progettazione, direzione lavori e collaudi.
    • Smaltimento dell’impianto sostituito e bonifica eventuale dei materiali dismessi.

I massimali di spesa ammissibile variano in base alla tecnologia:
Pompe di calore: fino a 2 MWt, con incentivi calcolati su €/kWt in funzione della potenza.
Caldaie a biomassa: fino a 2 MWt; i costi ammissibili comprendono il sistema di stoccaggio e caricamento.
Solare termico: fino a 1 MWt; incentivo proporzionale alla superficie del collettore installato (€/m²).
Microcogenerazione: fino a 50 kWe; incentivo calcolato in €/kWe installato e ore

Modalità di calcolo dell’incentivo

L’importo dell’incentivo viene determinato dal GSE base a:

  • la tipologia di tecnologia e la potenza nominale (kWt o kWe);
  • le ore di utilizzo annuo dell’impianto;
  • il rendimento energetico certificato;
  • la quota massima di spesa ammissibile definita nelle tabelle tecniche.

Ad esempio, per quanto riguarda gli impianti per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili:

  • Pompe di calore (aziende): incentivo medio tra 40 e 65% del costo totale, distribuito in 2–5 rate annuali.
  • Biomassa: tra 40 e 60%, in funzione della classe ambientale.
  • Solare termico: tra 40 e 55%, proporzionale alla superficie installata.
  • Sistemi ibridi e microcogenerazione: fino al 65%, con rate annuali per 5 anni.

Modalità di richiesta ed erogazione del beneficio

Il procedimento gestito tramite Portaltermico del GSE prevede tre fasi:

1. Prima dei lavori:

  • redazione di una diagnosi energetica o relazione tecnica;
  • scelta dell’intervento in base alle schede tecniche del decreto;
  • conservazione dei preventivi e della documentazione di progetto.

2. Durante i lavori:

  • rispetto dei requisiti tecnici GSE;
  • documentazione fotografica e tracciabilità dei pagamenti;
  • conformità alle norme UNI e CEI per i materiali installati.

3. Dopo i lavori:

  • presentazione della domanda entro 90 giorni dalla conclusione dell’intervento;
  • allegazione di fatture, dichiarazioni di conformità, schede tecniche e collaudi;
  • eventuale richiesta di acconto fino al 50% dell’incentivo per progetti di importo elevato.

È importante sapere che:

    • Il contributo copre fino al 65% delle spese ammissibili i cui massimali sono definiti dalle schede tecniche GSE in base a:
      • potenza termica nominale dell’impianto (fino a 2 MWt per pompe di calore e generatori a biomassa, fino a 1 MWt per solare termico, fino a 50 kWe per microcogenerazione);
      • tipologia di tecnologia adottata;
      • destinazione d’uso (edifici produttivi, uffici, magazzini, strutture miste).
    • Sono ammissibili anche le spese per progettazione, installazione e collaudo, purché direttamente collegate all’intervento.
    • Il contributo viene erogato direttamente sul conto corrente aziendale, indicato nella domanda, al termine della verifica positiva della correttezza formale e tecnica della domanda da parte del GSE.
    • L’erogazione avviene in un’unica rata per importi fino a 15.000 euro oppure in rate annuali (da 2 a 5 anni) per importi superiori.
Conto termico 3.0 - Lo strumento di incentivo per la transizione energetica delle aziende: grandi imprese e PMI

I vantaggi da non sottovalutare

Oltre al vantaggio finanziario diretto, un aspetto da tenere in grande considerazione è che il Conto Termico aiuta le imprese, grandi medie e PMI a:

Migliorare la classe energetica degli immobili aziendali

Ridurre i costi di esercizio e di manutenzione

Accedere a forme di premialità ambientale e ESG (rendicontazione di sostenibilità)

Per restare invece alla convenienza economica, il punto di forza del Conte termico è la cumulabilità con:

    • contributi regionali o camerali destinati all’efficienza energetica;
    • bandi del PNRR o del Green Deal europeo
    • altri fondi per l’innovazione tecnologica o la sostenibilità ambientale delle imprese.

Bisogna però tenere conto di due aspetti fondamentali:

    • i contributi non devono sovrapporsi sulla stessa quota di spesa
    • il Conto Termico non è cumulabile con detrazioni fiscali (es. Ecobonus, Superbonus o Bonus ristrutturazione) sullo stesso intervento.

NOTA: Il beneficiario deve dichiarare nella domanda ogni altra forma di contributo ricevuto o richiesto e, in caso di cumulo non consentito, il GSE può ridurre o revocare l’incentivo.

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Nelle prossime settimane pubblicheremo informazioni di dettaglio anche per gli altri soggetti interessati al Conto Termico 3.0

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